27 ottobre 2022

Esercitazione Sisma dello Stretto 2022

L’esercitazione sui rischi sismico e maremoto si svolge in Calabria e Sicilia 

Logo sisma stretto

Dal 4 al 6 novembre le Regioni Calabria e Sicilia sono protagoniste dell’esercitazione “Sisma dello Stretto  2022” che ha l’obiettivo di testare la risposta operativa del Servizio Nazionale della protezione civile a un evento sismico, in un’area a elevata pericolosità. Il coordinamento dell’esercitazione è a cura del Dipartimento della protezione civile, d’intesa con le Regioni coinvolte e le Prefetture - UTG di Reggio Calabria e Messina. Sono numerose le componenti e le strutture operative che partecipano al test, tra questi rivestono un ruolo fondamentale i centri di competenza del Dipartimento per la loro attività di supporto tecnico e scientifico alle attività.

L’evento storico di riferimento per lo scenario esercitativo è il terremoto che il 16 gennaio 1975, con epicentro nell’entroterra di Reggio Calabria, ha colpito l’area dello Stretto di Messina. Per rendere maggiormente significativa la risposta in termini di gestione dell’emergenza, nella simulazione è stata incrementata la magnitudo dell’evento (da ML=4.7 a ML= 6), capace di innescare anche frane e liquefazioni ed eventi di maremoto.
Negli scenari esercitativi sono coinvolti 37 comuni della Provincia di Reggio Calabria più Gioia Tauro, il cui porto è entry point per i soccorritori, e 19 comuni della Provincia di Messina.

L’esercitazione si compone di una parte reale di “test” che prevede l’effettivo impiego di risorse a livello nazionale e locale in tutta una serie di attività di protezione civile e di una parte di attività da effettuare per “posti di comando”, ovvero da remoto, come la verifica della comunicazione tra centri operativi attivati ai diversi livelli territoriali. Osservatori speciali di queste attività sono i rappresentanti dei consolati stranieri in Italia in visita nei luoghi dell’esercitazione.  

Durante “Sisma dello Stretto 2022” è prevista una nuova sperimentazione del sistema di allarme pubblico nazionale IT-alert per informare, tramite l’invio di notifiche istantanee sui cellulari, i cittadini che vivono, lavorano o transitano nei comuni costieri coinvolti nell’esercitazione rispetto al possibile arrivo di onde di maremoto per effetto del terremoto simulato.

Per rendere realistico lo scenario esercitativo, si è scelto di prendere a riferimento il terremoto che si è verificato il 16 gennaio 1975 nell’area dello Stretto di Messina, per il quale, essendo un evento recente, sono disponibili sia parametri epicentrali strumentali sia indicazioni macrosismiche attendibili. 

Questo evento ebbe una magnitudo oscillante tra un valore strumentale di ML=4.7 ed uno equivalente di Mw =5.3. L’epicentro strumentale fu individuato a circa 5 km dalla costa, nell’entroterra di Reggio Calabria, mentre quello macrosismico coincise con il capoluogo calabrese. La profondità fu stimata a 20 km. Le località che nel 1975 riportarono danni furono complessivamente una novantina, di cui 30 (10 comuni sulla costa siciliana e 20 comuni nell’area di Reggio Calabria) con lesioni gravi pari al 25%-50% delle abitazioni e circa il 10% di crolli. Sul territorio, a seguito del terremoto, si verificarono diverse frane che provocarono interruzioni delle strade provinciali.

Per l’esercitazione “Sisma dello Stretto 2022” si è scelto di riprodurre lo stesso terremoto del 1975 con una magnitudo locale innalzata a ML = 6 (a cui corrisponde una magnitudo momento Mw = 6.2), per simulare anche l’innesco di effetti ambientali a terra come frane e liquefazioni ed eventi di maremoto, a seguito di frane sottomarine. In considerazione dell’incremento della magnitudo, il quadro degli effetti macrosismici, e quindi di danneggiamento, simulati con l’applicativo SIGE del Dipartimento della protezione civile, è cresciuto notevolmente. 

Sulla base delle simulazioni effettuate nell’ambito del Sistema di Allertamento Nazionale per i Maremoti dall’Ingv, il potenziale evento di tsunami generato dal sisma comporterebbe la diramazione del livello di allerta Arancione, a indicare che le coste di quelle regioni potrebbero essere colpite da onde di maremoto con un’altezza inferiore a 0,5 metri e/o con un run up inferiore a 1 metro (per run up si intende la massima quota topografica raggiunta dall’onda di maremoto durante la sua ingressione rispetto al livello medio del mare). Le zone costiere da evacuare preventivamente sono definite nelle mappe di inondazione elaborate da ISPRA, in cui al livello di allerta Arancione è associata la “zona di allertamento 1”.

  • Popolazione presente nei comuni interessati che volontariamente decide di partecipare all’esercitazione

  • Presidenza del Consiglio dei ministri – Dipartimento della protezione Civile
  • Prefettura - Ufficio Territoriale del Governo di Reggio Calabria
  • Prefettura - Ufficio Territoriale del Governo di Messina
  • Dipartimento regionale della Protezione Civile - Regione Calabria
  • Dipartimento Regionale della Protezione Civile - Regione Siciliana
  • Città Metropolitana di Reggio Calabria
  • Città Metropolitana di Messina
  • Comuni della provincia di Reggio Calabria:​​ Sant'Alessio in Aspromonte, Reggio Calabria, Laganadi, Calanna, San Roberto, Santo Stefano in Aspromonte, Fiumara, Cardeto, Campo Calabro, Villa San Giovanni, Scilla, Sant'Eufemia d'Aspromonte, Motta San Giovanni, Delianuova, Bagnara Calabra, Bagaladi, Roccaforte del Greco, Sinopoli, San Procopio, Roghudi, Cosoleto, Varapodio, Seminara, Scido, Santa Cristina d'Aspromonte, San Luca, San Lorenzo, Platì, Palmi, Oppido Mamertina, Montebello Ionico, Melito di Porto Salvo, Melicuccà, Condofuri, Bova Marina, Bova, Samo, Gioia Tauro​​​​​
  • Comuni della provincia di Messina: Messina, Villafranca Tirrena, Spadafora, Saponara, Rometta, Roccavaldina, Monforte San Giorgio, Scaletta Zanclea, Nizza di Sicilia, Itala, Fiumedinisi, Alì, Alì Terme, Letojanni, Roccalumera, Falcone, Milazzo, Furci Siculo, Barcellona Pozzo di Gotto
  • Arpacal - Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente della Calabria
  • Commissione Nazionale per la Previsione e Prevenzione dei Grandi Rischi (CGR)
  • Dipartimento Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile
  • VVF - Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco
  • Comando Operativo di Vertice Interforze (COVI) – Esercito Italiano – Marina Militare – Aeronautica Militare
  • Polizia di Stato
  • Polizia Penitenziaria Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria - Ministero della Giustizia
  • Comando Generale dell'Arma dei Carabinieri
  • Comando Generale della Guardia di Finanza
  • Comando Generale delle Capitanerie di porto
  • Comando del Corpo Forestale della Regione Siciliana
  • Ministero della Salute - Azienda Sanitaria Provinciale di Reggio Calabria e Azienda Sanitaria Provinciale di Messina (ASP)
  • Commissione Protezione Civile con il coinvolgimento delle Regioni e Province Autonome
  • Regione Campania
  • Regione Marche
  • Enti Locali UPI
  • Enti Locali ANCI
  • Organizzazioni nazionali di Volontariato di Protezione Civile (CNVPC)
  • Croce Rossa Italiana (CRI)
  • Corpo Nazionale di Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS)
  • Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale
  • Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili e Direzione generale per le dighe, le infrastrutture idriche ed elettriche
  • Ministero della Cultura
  • ENAV Ente Nazionale Assistenza Volo
  • ENAC Ente Nazionale per l'Aviazione Civile
  • ANAS
  • ASPI
  • AISCAT
  • Gruppo FS Italiane
  • Viabilità Italia
  • GSE
  • TERNA
  • ENEL
  • ENI
  • SNAM
  • 2i Rete Gas
  • Italgas
  • RAI Pubblica Utilità
  • Rai Way
  • Poste Italiane
  • TIM
  • VODAFONE
  • WindTre
  • Iliad
  • Banca d’Italia
  • UNEM
  • Utilitalia
  • STN – Struttura Tecnica Nazionale dei Consigli Nazionali dei Professionisti tecnici
  • Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV)
  • Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA)
  • Consiglio Nazionale delle Ricerche Istituto di Geologia Ambientale e Geoingegneria e Istituto di Metodologie per l’Analisi Ambientale (CNR-IGAG e IMAA)
  • Centro Europeo di Formazione e Ricerca in Ingegneria Sismica (EUCENTRE)
  • Fondazione CIMA - Centro Internazionale in Monitoraggio Ambientale
  • Agenzia Spaziale Italiana (ASI)
  • Università della Calabria - Cartografia Ambientale e Modellistica Idrologica (UNICALCAMILAB)
  • Consiglio Nazionale dei Geologi - Ordine dei Geologi della Calabria e della Sicilia
  • ReLuis – Rete dei laboratori universitari di ingegneria sismica

Il 4 novembre è la giornata in cui si verifica l’evento sismico ed è quindi dedicata all’attivazione dei Centri di coordinamento locali e nazionali e allo svolgimento dei primi scenari operativi locali gestiti dal livello territoriale, con le proprie risorse.
•    Ore 10:00 l’Ingv comunica l’evento sismico al Dipartimento della protezione civile; a seguire il SiAM dirama l’allerta maremoto e il Dipartimento invia il messaggio IT-alert. Vengono avviate le attività locali 
•    Ore 11:00 Si riunisce il Comitato Operativo della protezione civile
•    Ore 16:00 Viene istituita la DICOMAC-Direzione di Comando e Controllo a Reggio Calabria e vengono avviate le attività 
•    Ore 20:00 Si chiudono le attività della prima giornata

Il 5 novembre è la giornata dedicata allo svolgimento degli scenari operativi “nazionali” nelle Province di Reggio Calabria e di Messina. La DICOMAC continua a svolgere le attività di coordinamento sul territorio.
•    Ore 8:00 Iniziano le attività in DICOMAC 
Durante la giornata, si svolgono le attività  in DICOMAC e gli scenari operativi
•    Ore 20:00 Si chiudono le attività in DICOMAC
    
Il 6 novembre è dedicato alle attività di debriefing.
•    Ore 9:00 Inizia il debriefing
•    Ore 12:00 Terminano le attività  

Tra gli obiettivi generali dell’esercitazione, c’è la verifica del modello d’intervento nazionale previsto dalla direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 14 gennaio 2014 sul “Programma Nazionale di Soccorso per il Rischio Sismico” (PNSRS). In particolare, il test riguarda l’operatività della struttura organizzativa nazionale per la gestione dell’emergenza, attraverso l’attività del Comitato operativo di protezione civile e l’istituzione a Reggio Calabria di una struttura di coordinamento nazionale DICOMAC (Direzione di Comando e Controllo).

L’esercitazione è anche l’occasione per verificare lo stato di attuazione del PNSRS nelle Regioni Calabria e Sicilia, con particolare riguardo alle Province di Reggio Calabria e Messina, anche per valutare l’eventuale necessità di procedere a un aggiornamento del documento.

Altro scopo strategico dell’esercitazione è l’attuazione, la verifica e il successivo aggiornamento delle pianificazioni di protezione civile esistenti, alla luce di quanto previsto dai recenti “Indirizzi per la predisposizione dei piani di protezione civile ai diversi livelli territoriali” del 30 aprile 2021. In tali Indirizzi, sul tema delle esercitazioni di protezione civile, viene infatti ribadita l’importanza di:

  • promuovere la verifica e l’aggiornamento delle pianificazioni di protezione civile ai diversi livelli territoriali, anche con riferimento alla pianificazione per il rischio maremoto;
  • verificare la validità dei modelli organizzativi e di intervento ai diversi livelli territoriali;
  • favorire la diffusione della conoscenza dei contenuti dei piani da parte di tutti i soggetti coinvolti e in particolare della popolazione.

La previsione dell’arrivo di un possibile maremoto durante l’esercitazione “Sisma dello Stretto 2022” è l’occasione per testare nuovamente IT-alert, il Sistema di allarme pubblico, attualmente in fase di sperimentazione, per l'informazione diretta alla popolazione.

 IT-alert dirama, utilizzando la tecnologia cell broadcast, messaggi informativi ai telefoni cellulari presenti in una determinata area geografica, in caso di gravi emergenze o eventi catastrofici imminenti o in corso.  Un primo test del Sistema è stato realizzato nell’isola di Vulcano durante l’esercitazione Vulcano 2022.

Un secondo test del Sistema è previsto per venerdì 4 novembre, a seguito della diramazione da parte del Sistema nazionale di allerta maremoti – SiAM dell’allerta Arancione per il possibile rischio tsunami, conseguente all’evento sismico simulato. I cittadini di 22 comuni della costa calabra e siciliana interessati dall’allerta ricevono, sui propri telefoni cellulari, messaggi di allarme, caratterizzati da un suono differente da quelli abituali e introdotti dal disclaimer “ESERCITAZIONE PROTEZIONE CIVILE”. La prima notifica contiene informazioni sull’evento e rimanda al sito https://www.it-alert.it/it/ per maggiori approfondimenti mentre la seconda conferma la chiusura del test. Questo il testo del primo messaggio che è il principale:

                                                                                          ESERCITAZIONE protezione civile TEST

                                                                                            invio messaggio di allarme per possibili

                                                                                         onde di MAREMOTO generate da terremoto

                                                                                       con epicentro nella provincia di Reggio Calabria

                                                                                   Tutte le informazioni sull’esercitazione su www.it-alert.it

Quando il messaggio compare sul display degli apparecchi raggiunti non è più possibile compiere azioni sul cellulare, ad eccezione delle telefonate. Il cellulare ritorna alle normali funzionalità toccando il tasto “OK” all’interno del messaggio. È importante sapere che vengono raggiunti da IT-alert tutti i cellulari dei cittadini, accesi e con copertura, che al momento dell’invio dei messaggi sono presenti fisicamente nell’area scelta per la diramazione dell’allarme e quindi anche le persone che sono soltanto di passaggio.

Il sistema IT-alert è attualmente in fase sperimentale. Esercitazioni come “Sisma dello Stretto 2022” sono fondamentali, grazie ai feedback che si possono raccogliere, per consentire di verificare quanto fino a oggi costruito, per migliorare e implementare il sistema con l’obiettivo di renderlo prossimamente operativo. A tal fine, in occasione dell’esercitazione, sul sito dedicato al Sistema IT-alert, coloro che sono stati raggiunti dal messaggio possono compilare un questionario per valutarne l’efficacia e la comprensione.

Parte integrante delle attività esercitative sono quelle di formazione che coinvolgono le componenti e le strutture operative del territorio, secondo un programma definito dal Dipartimento della protezione civile d’intesa con le Regioni e Prefetture-UTG interessate. Tale programma si è sviluppato nelle settimane che precedono gli scenari esercitativi ed è mirato ad avviare/consolidare le nozioni sia teoriche che operative funzionali al miglior svolgimento dell’esercitazione e al miglioramento delle conoscenze a supporto delle attività di protezione civile. Destinatari dei corsi nell’area interessata: Sindaci, personale delle Amministrazioni comunali, delle Prefetture UTG e delle Forze dell’Ordine, funzionari e volontari specializzati nella salvaguardia dei Beni Culturali, geologi tecnici che lavorano nella pubblica amministrazione, caregivers di persone con fragilità, volontari e operatori sanitari, persone appartenenti ad associazioni di categoria.

Sempre con l’intento di innescare virtuosi processi di sviluppo delle attività locali di protezione civile, alcune settimane dopo l’esercitazione è prevista l’organizzazione di due workshop territoriali, di concerto con la Regione Siciliana e con la Regione Calabria. L’obiettivo di questi ulteriori momenti formativi e di confronto è delineare, con i Comuni già coinvolti nell’esercitazione, piani strategici pluriennali di livello comunale e/o sovracomunale finalizzati a migliorare e consolidare gli standard del servizio locale di protezione civile.

Il “Codice della protezione civile”, dlgs n. 1/2018, introduce lo strumento della pianificazione partecipata che consente all’Amministrazione comunale di avviare un percorso di confronto organizzato con la popolazione in fase di redazione o aggiornamento del Piano di protezione civile.

In ambito esercitativo l’attività di pianificazione partecipata viene svolta attraverso il coinvolgimento del comune di Bagnara Calabra (RC) e della popolazione residente nel comune. Ad accompagnare l’amministrazione in questo percorso ci sono il Dipartimento della protezione civile, la Regione Calabria e il centro di competenza Fondazione Cima. L’attività proposta si pone l’obiettivo di consolidare il rapporto di fiducia tra la popolazione e le autorità di protezione civile responsabili della pianificazione e della gestione dell’emergenza, nonché di definire le buone pratiche per il supporto alla pianificazione partecipata comunale.

Bagnara è uno dei 12 comuni della costa calabrese (a cui si aggiungono 10 comuni della costa messinese) la cui popolazione riceve, il 4 novembre, il messaggio di allarme IT-alert per il possibile rischio maremoto previsto dallo scenario esercitativo. La ricezione e la comprensione del messaggio è una tra le attività previste nell’ambito del progetto di pianificazione partecipata.

Particolare attenzione nel percorso viene dedicata inoltre alla tematica della disabilità che, se da una parte può rappresentare una vulnerabilità sociale, dall’altra può sollecitare e facilitare la resilienza locale, attraverso lo sviluppo di reti di supporto e il rafforzamento dello spirito di collettività.

Il progetto di pianificazione partecipata prende avvio durante le attività di organizzazione dell’esercitazione per poi proseguire nei mesi successivi.  In particolare il 25 e il 26 ottobre si sono svolti i primi incontri con i gruppi specifici di popolazione che il Comune ha individuato quali gruppi di interesse strategici per la pianificazione di protezione civile: mondo dell’associazionismo, scuola, cooperative di pescatori.

Nei territori coinvolti nell’esercitazione, sono cinque le piazze “speciali” dove si svolge la campagna nazionale “Io non rischio”. In particolare, volontari delle Regioni Calabria e Sicilia formati incontrano, sabato 5 novembre, i cittadini di Messina, Reggio Calabria, Bova Marina e Bagnara Calabra per dare informazioni sui rischi terremoto e maremoto.

A Reggio Calabria, dal 3 novembre al 3 dicembre, il lungomare Falcomatà ospita la mostra “Terremoti d’Italia”, spazio espositivo realizzato dal Dipartimento della protezione civile con l’obiettivo di far conoscere da vicino il rischio sismico. La mostra si articola in più aree che presentano il fenomeno fisico, gli strumenti utilizzati per misurarne la forza, i principali accorgimenti per rendere più sicura la propria abitazione e i comportamenti da adottare prima, durante e dopo situazioni di rischio. Completano la mostra due simulatori, progettati per riprodurre il movimento sismico, dove i visitatori possono vivere in sicurezza l’esperienza del terremoto, osservandone gli effetti da vicino. Una delle cinque piazze “speciali” Io non Rischio è allestita proprio all’interno della mostra.

Nella prima fase, subito dopo l’evento sismico, a livello nazionale opera il Comitato Operativo della protezione civile, attivato presso il Dipartimento della protezione civile. Il Comitato operativo si avvale della Sala Situazione Italia e Monitoraggio del Territorio (SISTEMA), per l’acquisizione delle informazioni provenienti dall’area interessata dall’evento e per mantenere costanti collegamenti con le altre sale operative nazionali, regionali e locali. Presso SISTEMA è presente anche il collegamento con il Centro di coordinamento della risposta alle emergenze (ERCC) della Commissione europea.

A supporto ed integrazione delle attivazioni dei livelli territoriali viene istituita dal Dipartimento, in accordo con le Regioni interessate, la Direzione di Comando e Controllo-DICOMAC sul territorio colpito (allestita a Reggio Calabria per l’esercitazione Sisma dello Stretto) per la gestione del coordinamento nazionale. La Regioni gestiscono le proprie risorse, sulla base delle informazioni acquisite dalle Amministrazioni provinciali e comunali ed i relativi centri operativi, attraverso le proprie Sale operative regionali. A livello provinciale i Centri di Coordinamento Soccorsi (CCS) di Reggio Calabria e Messina definiscono la strategia degli interventi di emergenza che comunicano ai rispettivi Centri di Coordinamento di Ambito* (CCA) e ai Centri Operativi Misti (COM) a supporto delle operazioni coordinate dai Centri Operativi Comunali (COC) attivati dai Sindaci dei Comuni coinvolti.

* I CCA- Centri di Coordinamento di Ambito sono previsti solo nella Regione Calabria

Durante l’esercitazione vengono attivate le Reti Radio Regionali presenti sul territorio coinvolto per garantire le comunicazioni tra i vari centri di coordinamento attivati. Inoltre, viene testata la risposta del sistema di telecomunicazioni di emergenza nazionale tramite l’impiego della Rete Radio Nazionale (RRN), i moduli TLC (allestimento ad hoc di servizi tecnologici con personale qualificato), la Rete Radio HF.

Una working area è allestita a Reggio Calabria, presso l’“ex caserma 208”, per simulare l’attività di soccorso tecnico urgente. In quest’area viene sperimentata l’attività di ricerca e recupero di una persona sotto le macerie con tecniche di derivazione Speleo Alpinistica Fluviale e il soccorso di una persona con disabilità motoria.

A Messina, nel plesso Ex ospedale Margherita, viene realizzata una working area per la simulazione di attività di ricerca e soccorso in uno scenario urbano (USAR - Urban Search And Rescue) mediante Unità cinofile della Guardia di Finanza e di squadre dei Vigili del Fuoco. Sempre nel Comune di Messina, viene simulata l’attività di soccorso tecnico urgente in notturna a seguito di un incidente ferroviario causato dall’arresto di un treno nella galleria ferroviaria dei Peloritani.

A Reggio Calabria, una working area è dedicata alla simulazione delle operazioni di recupero e messa in sicurezza di Beni Culturali presso il Museo Nazionale di Reggio Calabria e la Cattedrale Metropolitana di Maria Santissima Assunta in Cielo, grazie al coordinamento tra Segretariato Regionale del Ministero dei Beni Culturali, il Comando dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale e la Direzione Regionale dei Vigili del Fuoco.  Sempre presso il capoluogo calabro vengono simulate le attività di messa in sicurezza della Chiesa di San Giorgio.

A Messina un team composto da Vigili del Fuoco, Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, personale comunale e volontari provvede a rimuove e mettere in sicurezza manufatti di interesse storico artistico presenti all’interno del Forte San Salvatore.

Durante l’esercitazione vengono allestite un’area di ammassamento a Campo Calabro, come campo base per i Vigili del Fuoco, e un’area di ammassamento a Reggio Calabria, per ospitare i soccorritori volontari. Sempre in Calabria, a Bova Marina, viene realizzata un’area di accoglienza per la popolazione colpita dall’evento, da parte delle colonne mobili delle Regioni Calabria e Campania. In quest’area viene attivato il Sistema DESIGNA per organizzare l’accoglienza della popolazione e viene censita la popolazione fragile con scheda Svei. A Messina, in località San Filippo Palarescifina, vengono invece realizzate: un’area di ammassamento destinata a ospitare Vigili del Fuoco e volontari di protezione civile e un’area di accoglienza per la popolazione, allestita dalla Regione Siciliana e dal Comune di Messina. In quest’ultima, vengono sperimentate attività di assistenza alla popolazione vulnerabile con scheda SVEI.

Durante le attività esercitative, viene testata, per posti di comando, l’attivazione delle colonne mobili regionali. In particolare, nella Provincia di Reggio Calabria, a Bova Marina, è previsto il reale arrivo della Colonna mobile della Regione Campania, a fianco della Colonna mobile della Regione Calabria, mentre in Sicilia vengono attivate le colonne mobili provinciali della regione Siciliana gemellate con i comuni del messinese. È inoltre coinvolta la colonna mobile della Regione Marche con l’effettivo impiego del modulo Telecomunicazioni presso l’area di accoglienza della popolazione allestita a Palarescifina (ME).

Geologi degli ordini professionali regionali di Calabria e Sicilia effettuano sopralluoghi tecnici nell’area di Reggio Calabria per la verifica di dissesti legati a frane sismo-indotte sulla rete viaria provinciale e comunale e per controlli tecnici nell’area di Capo Peloro (ME) a seguito del maremoto. Nella Provincia di Reggio Calabria sono previsti sopralluoghi per verificare l’idoneità delle aree nelle quali verrebbero allestite SAE-Soluzioni Abitative in Emergenza e strutture scolastiche provvisorie.

È prevista, in diversi Comuni delle due Regioni, l’installazione della strumentazione utile alla rete RAN-DPC per registrare la risposta del territorio al terremoto e alla rete OSS-DPC per il monitoraggio delle costruzioni di proprietà pubblica.

Nel Comune di Milazzo personale del Dipartimento della protezione civile, della Regione Siciliana, dei Vigili del Fuoco, della raffineria e della Capitaneria di Porto locale sperimentano la gestione di un incidente Natech cioè  di un incidente tecnologico in un impianto industriale per effetto di evento sismico e di maremoto.

In riferimento allo scenario di evento, i gestori delle singole infrastrutture (ANAS, CAS – Consorzio Autostrade Siciliane, RFI) applicano le procedure che prevedono il blocco della viabilità e l’avvio delle verifiche speditive, i cui esiti devono essere resi disponibili entro poche ore. A seguito delle prime verifiche è possibile stabilire se è consentito il transito dei mezzi di soccorso sul territorio o valutare la definizione di percorsi di accesso alternativi. Il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco provvede nel frattempo a individuare e perimetrare le zone rosse nei territori colpiti. In particolare, durante l’esercitazione verrà definita la zona rossa nel Comune di Reggio Calabria.

Per le attività esercitative, sia a Reggio Calabria che a Messina, è previsto il telerilevamento degli specchi d’acqua e delle zone costiere interessate dal potenziale maremoto per scongiurare qualsiasi forma di inquinamento a seguito dei danni alle infrastrutture. Inoltre, sono simulate attività di soccorso in mare mediante l’impiego di unità navali della Guardia Costiera nelle aree in prossimità della costa potenzialmente colpita dal maremoto. In particolare, a Reggio Calabria, è simulato il trasferimento della colonna mobile della Regione Campania dal porto di Gioia Tauro al porto di Reggio Calabria con l’imbraco sulla nave San Marco/San Giusto. Sempre a Reggio, la Nave Ticino viene utilizzata per la fornitura di acqua potabile al servizio idrico locale. Nel porto di Villa San Giovanni è organizzato il coordinamento delle attività di soccorso e trasporto di passeggeri (in particolare quelli a bordo del traghetto FSI danneggiato a seguito degli effetti del maremoto).

A Messina, il coordinamento delle attività di assistenza sanitaria e la gestione di evacuazioni mediche (MEDEVAC) è assicurato con mezzi e locali di bordo della nave Etna. Sempre in Sicilia, la nave Diciotti della Guardia Costiera si occupa del trasporto della Colonna Mobile Regionale del Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco dal porto di Milazzo al porto di Messina per aggirare le potenziali criticità che potrebbero verificarsi sulla viabilità stradale e consentire un celere intervento dei soccorritori. In prossimità del tratto di mare nel comune di Letojanni, viene simulata infine l’attività di recupero di un naufrago da parte della Nucleo Subacquei della Guardia Costiera con successivo elitrasporto.